Verso il tramonto del “Content is king”?

Dopo 20 anni dalla prima dichiarazione “Content is the king” (Bill Gates nel 1996), ora (forse) assistiamo al suo tramonto. Il “valore” dell’informazione è infatti sempre più legato alle piattaforme attraverso cui viene distribuito. I manager del settore Entertainment & Media stanno perdendo la fiducia nel 
modello di business per il quale il “content is king”. 
Il successo dei social media e delle piattaforme tecnologiche simili dimostrano il loro “valore” nel catturare l’attenzione dei consumatori in una quota crescente, a spese di contenuti di qualità. E’ quanto emerge dal rapporto di PwC Entertainment & Media Outlook 2018-2022, che ha intervistato i ceo di grandi aziende del settore. Secondo le loro indicazioni le dinamiche caratterizzanti la convergenza 3.0 porteranno con buone probabilità all’emergere di super-concorrenti.

I cambiamenti attesi impatteranno in modo significativo il reparto della distribuzione tradizionale di TV, cinema e stampa, che assumerà caratteristiche più innovative attraverso l’utilizzo di internet. I risultati del sondaggio mostrano come il settore stia perdendo sicurezza nel suo modello di business nel quale “content is king”.

Le piattaforme assumeranno un ruolo via via più importante nell’ecosistema Entertainment & Media, alcune grandi aziende, che non sono attualmente viste come piattaforme, sceglieranno di consolidarsi ulteriormente in quella direzione, creando un altro gruppo di super-concorrenti.

“Il paradigma “content is king” che ha guidato i media in questi ultimi anni viene oggi messo in discussione dalla tecnologia – spiega il PwC italian Tmt leader Andrea Samaja – il contenuto resta importante ma la piattaforma che lo gestisce, che ne governa accesso e fruizione, può diventare ancora più determinante”.

 

Il contenuto da
 solo non è più sufficiente a sostenere un business solido e durevole. I nuovi player (“disruptor”) sono riusciti ad attrarre velocemente i consumatori verso nuove piattaforme online, customizzate e user-friendly. Tali player sono poi stati in grado di convincere i consumatori finali, fruitori dei contenuti a diventare autori loro stessi.

I cambiamenti attesi nei prossimi anni impatteranno in modo significativo anche sul reparto della distribuzione tradizionale di TV, cinema e stampa. Questa  assumerà caratteristiche più innovative attraverso l’utilizzo di internet. Quando la digital disruption iniziò ad affermarsi negli anni passati, le figure dirigenti del settore Media hanno avuto fiducia nelle loro capacità di creare contenuti e nel disporre di ampie library.

Le nuove piattaforme hanno usato sistemi
 di analisi dei dati per determinare quali fossero gli argomenti che interessassero di più al pubblico. 
Tali analisi sono stati usate per creare, attraverso produttori terzi, contenuti di alta qualità e interesse. Tanto che ha portato ad avere piattaforme controllate da grandi nuovi player che stanno minando la redditività dei tradizionali produttori e distributori di contenuti. La pubblicità si sta via via spostando verso tali nuovi canali di distribuzione.

Nel 2019 per la prima volta la spesa per la pubblicità su Internet supererà quella per gli spot in tv. Gli spot su Internet attireranno 3,286 miliardi di euro (segnando +10,3% sul 2018) di investimenti, mentre nelle televisioni verranno investiti 3,228 miliardi (+1,9%).

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