Covid19, ristoranti chiusi: come ripartire

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Il mondo della ristorazione è tra i più colpiti dall’emergenza Covid-19, che ha costretto la chiusura totale degli esercizi. E non si sa ancora quando sarà possibile riaprire e in che modo. Per la ripartenza, tra le proposte sul piatto, c’è quella relativa ad una limitazione di coperti, che porterebbe ad una riduzione delle entrate.

Le categorie del turismo e della ristorazione faticheranno più di altre nella ripartenza, poiché dovranno fare anche i conti con le paure delle persone e con limiti imposti dalla legge. L’imprenditore e docente di marketing all’Accademia Master Restaurant Andrea Lisi ha indicato alcune strategie da mettere in pratica in questo periodo, in attesa della riapertura.

Covid19, vediamo nel dettaglio come possiamo fare

Rivedi il tuo sito web

Valuta ogni aspetto del tuo sito web: dalla grafica ai contenuti testuali, dalla velocità di caricamento alla facilità di accedere alle informazioni essenziali, fino all’usabilità da dispositivi mobili. Poi fai un test con un amico o famigliare, obbligandolo a rispondere a queste domande:

  • Si capisce perché dovresti scegliere proprio me?
  • Riesci ad accedere al menù o a prenotare un tavolo, o chiedere informazioni in 2/3 click?
  • Riesci a trovare facilmente i contatti, sia da pc, sia da smartphone?
  • Le foto ti fanno venire voglia di venire ad assaggiare i miei piatti?

In base alle risposte capirai se e dove intervenire. All’interno del sito devono esserci necessariamente queste sezioni: menù con pagina dedicata, orari e location, mappa e indicazioni per raggiungerti. E poi la pagina dei contatti con telefono, e-mail e collegamenti ai profili social.

Fatti conoscere e attirare i clienti su Facebook e Instagram

Pianifica dei post sponsorizzati su Facebook, o, meglio ancora, campagne professionali in cui è possibile targetizzare più precisamente il pubblico, ottimizzando il budget, magari proponendo anche promozioni riservate a chi segue le tue pagine. Tra le idee c’è quella di creare “promo del giorno”, invitando gli utenti a venire da te a pranzo o a cena in un determinato giorno, per usufruire di uno sconto o ricevere un regalo (un dolce speciale, un aperitivo di benvenuto…). Le campagne e le sponsorizzazioni dei post su Facebook hanno un costo tutto sommato molto basso.

Per chiunque lavori nel settore food è fondamentale essere anche su Instagram, ma devi prevedere contenuti più emozionali. Grande attenzione deve essere riservata agli scatti. Per chi non ha ancora un pubblico numeroso e fidelizzato, è importante usare post e storie sponsorizzate.

Utilizziamo le prenotazioni e cibo da asporto

Essere presenti sulle piattaforme web, se si fa anche il servizio di consegna a domicilio, è un’eccellente vetrina (ma il costo in questi casi è maggiore). E’ interessante affiancare anche un servizio gestito in proprio per ricevere ordini direttamente dal sito o dalla pagina Facebook del ristorante, offrendo qualcosa in più (ad esempio consegna gratis, omaggio, buono sconto).

Impara a raccontare i tuoi piatti sul web

Potenzia infine le descrizioni di ogni singolo piatto per “venderlo” meglio, prima che arrivi l’addetto sala a prendere l’ordine, o per far venire voglia di provarlo a chi lo sta leggendo sul tuo sito. Mentre sei chiuso condividi sui tuoi profili social brevi video, rigorosamente sotto i 2 minuti, nei quali racconti i piatti speciali del tuo ristorante. Oppure mostri alcune fasi della loro preparazione e il risultato finale.

Verso il tramonto del “Content is king”?

content king

Dopo 20 anni dalla prima dichiarazione “Content is the king” (Bill Gates nel 1996), ora (forse) assistiamo al suo tramonto. Il “valore” dell’informazione è infatti sempre più legato alle piattaforme attraverso cui viene distribuito. I manager del settore Entertainment & Media stanno perdendo la fiducia nel 
modello di business per il quale il “content is king”. 
Il successo dei social media e delle piattaforme tecnologiche simili dimostrano il loro “valore” nel catturare l’attenzione dei consumatori in una quota crescente, a spese di contenuti di qualità. E’ quanto emerge dal rapporto di PwC Entertainment & Media Outlook 2018-2022, che ha intervistato i ceo di grandi aziende del settore. Secondo le loro indicazioni le dinamiche caratterizzanti la convergenza 3.0 porteranno con buone probabilità all’emergere di super-concorrenti.

I cambiamenti attesi impatteranno in modo significativo il reparto della distribuzione tradizionale di TV, cinema e stampa, che assumerà caratteristiche più innovative attraverso l’utilizzo di internet. I risultati del sondaggio mostrano come il settore stia perdendo sicurezza nel suo modello di business nel quale “content is king”.

Le piattaforme assumeranno un ruolo via via più importante nell’ecosistema Entertainment & Media, alcune grandi aziende, che non sono attualmente viste come piattaforme, sceglieranno di consolidarsi ulteriormente in quella direzione, creando un altro gruppo di super-concorrenti.

“Il paradigma “content is king” che ha guidato i media in questi ultimi anni viene oggi messo in discussione dalla tecnologia – spiega il PwC italian Tmt leader Andrea Samaja – il contenuto resta importante ma la piattaforma che lo gestisce, che ne governa accesso e fruizione, può diventare ancora più determinante”.

 

Il contenuto da
 solo non è più sufficiente a sostenere un business solido e durevole. I nuovi player (“disruptor”) sono riusciti ad attrarre velocemente i consumatori verso nuove piattaforme online, customizzate e user-friendly. Tali player sono poi stati in grado di convincere i consumatori finali, fruitori dei contenuti a diventare autori loro stessi.

I cambiamenti attesi nei prossimi anni impatteranno in modo significativo anche sul reparto della distribuzione tradizionale di TV, cinema e stampa. Questa  assumerà caratteristiche più innovative attraverso l’utilizzo di internet. Quando la digital disruption iniziò ad affermarsi negli anni passati, le figure dirigenti del settore Media hanno avuto fiducia nelle loro capacità di creare contenuti e nel disporre di ampie library.

Le nuove piattaforme hanno usato sistemi
 di analisi dei dati per determinare quali fossero gli argomenti che interessassero di più al pubblico. 
Tali analisi sono stati usate per creare, attraverso produttori terzi, contenuti di alta qualità e interesse. Tanto che ha portato ad avere piattaforme controllate da grandi nuovi player che stanno minando la redditività dei tradizionali produttori e distributori di contenuti. La pubblicità si sta via via spostando verso tali nuovi canali di distribuzione.

Nel 2019 per la prima volta la spesa per la pubblicità su Internet supererà quella per gli spot in tv. Gli spot su Internet attireranno 3,286 miliardi di euro (segnando +10,3% sul 2018) di investimenti, mentre nelle televisioni verranno investiti 3,228 miliardi (+1,9%).